20100730

Accelerazione crescente

La "derivata" rispetto al tempo di uno spostamento è la velocità, e questo è un fatto noto. Se lo applichiamo alle civiltà, osserviamo senza alcun problema che i passi in avanti compiuti grazie agli Egizi, o ai Greci, o perfino ai Romani, hanno prodotto cambiamenti epocali di cui ancora oggi raccogliamo i frutti. E penso all'Astronomia, alla Filosofia o, più concretamente, al fatto che oggi percorrerò per centinaia di chilometri una strada progettata duemila anni fa (e che all'epoca, dopo la costruzione, era anche meglio manutenuta di oggi). La velocità con cui i cambiamenti sono avvenuti (derivata dei passi compiuti rispetto al tempo) ha mantenuto, per secoli, valori accettabili, nel senso che i nonni raccontavano aneddoti sentiti da piccoli ai nipoti e questi ultimi li consideravano esperienze molto simili a quelle che stavano vivendo e potevano trarne un beneficio (anche se ne dubito fortemente, perché alla fine si è sempre imparato sbagliando).
Passiamo agli ultimi cento anni. I passi avanti compiuti grazie ai Fisici, ai Chimici, o perfino ai Commercianti hanno prodotto cambiamenti continui di cui ci accorgiamo giorno per giorno senza aver ancora metabolizzato i precedenti. E penso alla Medicina, alla velocità di un jet che mi fa arrivare in Oceania in meno di un giorno (e se ci vado dagli USA ci arrivo la sera dello stesso giorno) o, più concretamente, al fatto che oggi guiderò un'auto con tanti di quegli optional che solo per elencarli mi servirebbe il vocabolario di Inglese, perché l'Italiano oramai si rifiuta proprio di star dietro alle evoluzioni tecniche. Un'auto senza chiave, per dirne uno in Italiano, innanzitutto, che manderebbe al manicomio non dico mio nonno, ma anche mio padre (che di chilometri in auto ne ha fatti...) solo per capire come si apre e come si accende. La velocità di tutti i cambiamenti è evidentemente crescente, quindi si farebbe meglio a parlare di accelerazione (derivata della velocità rispetto al tempo) a cui avvengono continue evoluzioni, compreso il campo delle comunicazioni e delle relazioni che esse inevitabilmente producono. Se racconto io (non mio nonno) una cosa che mi è accaduta da piccolo (non che è accaduta al nonno di mio nonno) a mio figlio, ebbene, egli mi guarda stupefatto. Non può proprio seguirmi nel discorso.
Direi che le accelerazioni cui ci stiamo sottoponendo sono preoccupanti per il fatto che mai nella sua lunga storia l'uomo ne ha subite di simili. Ed anche perché la variazione dell'accelerazione rispetto al tempo, la sua "derivata", si chiama contraccolpo. E non a caso.