20080623

Non oltrepassare la linea gialla

Da assiduo frequentatore di mezzi pubblici su rotaia, metro o funicolare fa poca differenza, vengo spesso infastidito da quella voce, a volte stridula, a volte no, ma comunque appunto fastidiosa, che ricorda di non oltrepassare quella fatidica linea, posta a 60-70 centimetri dal ciglio di quella specie di marciapiede da cui si accede ai trenini.
Alzo istantaneamente gli occhi dal giornale o dal libro che sto leggendo e scopro sempre che, effettivamente, c'è qualcuno che sta calpestando la linea gialla e l'attenta/o addetta/o fischia il fallo, da ammonizione direi. Mi domando perché. Perché a molte persone piace stare su una border line piuttosto che a debita distanza, o addirittura a ridosso del muro della stazione come faccio io. Stare lontano dal rischio è più saggio, è più sicuro, ma, guarda caso, meno affascinante. E non sarà un caso che nel 90% dei casi si tratta di giovani, giovani maschi per lo più, che più o meno per caso aspettano prossimi alla border line il loro trenino per tornare a casa. Chissà.
Poi penso a me, a quante volte nella mia vita ho voluto essere anch'io a rischio di richiamo per aver voluto avvicinare un confine che so essere invalicabile. In genere l'ho fatto quando dovevo conoscere un nuovo contesto, come forse quei ragazzi fanno col trenino.