20080624

Non oltrepassate la linea gialla

Come piace fare a me nei ragionamenti, ecco che cambio punto di osservazione ed ora sono il macchinista del trenino che corre sotto la città, di quei quattro o cinque vagoni gialli che assaporano la luce solo in periferia, vicino al deposito che li accoglierà per il meritato riposo notturno.
Mi approssimo ad una stazione. La luce è fortissima rispetto a quella delle lampade delle singole tratte sotterranee. Vedo bene tutto e tutti, perfino nelle espressioni dei loro volti man mano che mi avvicino. Passo più veloce vicino a quelli che aspettano di entrare negli ultimi vagoni, sapendo che scenderanno più vicini ad un ascensore, forse. Passo sempre più lento accanto a quei ragazzotti che invece non sanno neanche perché stanno più avanti ad attendere il trenino, e quindi scorgo il sorriso di qualcuno, osservo le cuffie nelle orecchie di una ragazzina, forse solo un modo per non dover dar troppa retta al complimento pesante di un improvvisato corteggiatore.
Supponiamo che qualcuno, di sua spontanea volontà o spinto, come diceva ieri il maschietto, da un folle, superasse per un attimo la linea gialla. Io che farei? Ovvio. Frenerei. Frenerei quanto? Il più possibile, il più possibile! E se non bastasse? Se uno finisse sotto? Mi sentirei in colpa, per sempre, pur non avendone alcuna.
This is my problem.