20110216

James Prescott Joule (1818-1889)

Il passaggio di corrente elettrica in un qualsiasi conduttore, come è noto a chiunque abbia in casa una (sempre comoda) stufetta elettrica, genera fenomeni termici. Si attacca la spina, il conduttore (detto "la resistenza" per praticità) si riscalda pressoché istantaneamente e, dopo un po', sale anche la temperatura dell'aria ad esso immediatamente circostante. Un primo importante studio quantitativo di questa osservazione che appare oggi davvero molto banale risale al 1848 e consentì già allora di formulare una precisa Legge che lega la quantità di calore che si sviluppa nel conduttore alla sua resistenza, al tempo che trascorre man mano ed all'intensità di corrente. Legge che, una volta nota, dovrebbe far riflettere sul basso rendimento di una stufetta, o dello scaldabagno elettrico, soprattutto se non si trascurassero anche i rendimenti (anche questi bassi) che sono a monte della effettiva circolazione dell'energia elettrica in rete, e che variano a seconda della fonte di energia a cui si è attinto originariamente (al momento quasi mai fonte rinnovabile).
In ogni caso, la Legge è la seguente: "La quantità di calore dissipata da una corrente di intensità i, che percorre un conduttore di resistenza R per un tempo t, è proporzionale a R, a t ed al quadrato dell'intensità della corrente i".