20110201

André-Marie Ampère (1775-1836)

Quando fu scoperto (da Hans Christian Oersted con il suo celebre esperimento del 1820) che le correnti elettriche producono effetti magnetici, Ampère suggerì che il campo magnetico generato da un magnete poteva effettivamente avere la sua misteriosa origine in una moltitudine di piccolissime correnti elettriche esistenti in esso. Ai tempi di Ampère ciò non poteva essere che una suggestiva ipotesi, ma oggi si sa che in tutta la materia esistono cariche elettriche in continuo e rapidissimo movimento: gli elettroni. Per quanto qualitativa e grossolana, l'idea suggerita da Ampère è corretta in quanto ogni atomo (soprattutto nel caso delle sostanze ferromagnetiche) può essere descritto come una piccola spira percorsa da corrente, la quale genera nello spazio circostante un debole campo magnetico. Poiché gli atomi di un pezzo di ferro non magnetizzato sono orientati in tutti i modi possibili, i piccoli campi magnetici da essi generati, componendosi vettorialmente, danno risultante nulla. Quando si magnetizza un pezzo di ferro non si fa che orientare, se non tutti, per lo meno la maggior parte dei suoi atomi in una ben determinata direzione e l'ordine prodotto è detto polarizzazione magnetica.