20101210

Armi automatiche

Ero militare la prima volta che ebbi modo di apprezzare la differenza tra un pesante fucile di precisione ed uno molto più leggero, ma automatico. L'abitudine a sparare steso per terra per meglio rispondere al forte rinculo, dopo aver inquadrato per qualche secondo il bersaglio e poi premuto con tutta calma il grilletto, mi sembrò subito da dimenticare. La raffica di colpi fino al loro esaurimento nel caricatore, prodotta soltanto dal tenere il dito in posizione di sparo, fu impressionante per la velocità di perforazione del bersaglio, a cui non ero affatto abituato, e per giunta senza le fastidiose ripetute spinte sulla spalla che mi sarei aspettato. Fu così che mi convinsi a provare a sparare finalmente in piedi. La precisione di tiro non era neanche minimamente paragonabile a quella che avevo faticosamente raggiunto nel tempo creandomi tutta una routine di preparazione al tiro, ma mi fu subito chiaro che sparare a raffica era proprio un altro sport, dove non serviva andare troppo per il sottile.
Ho avuto successivamente modo di assaporare nella mia vita anche da bersaglio cosa produce un colpo sparato con precisione e cosa può fare invece una raffica di colpi. Un bravo cecchino aspetta da lontano il momento giusto, eventualmente valutando anche l'effetto del vento (se c'è) sulla traiettoria del proiettile e cerca il punto preciso dove colpire. Tra l'altro chi si dovesse trovare, per caso o per sua volontà, vicino al bersaglio non rischia quasi niente. Ben diverso già nel suo atteggiamento è chi decide di sparare a raffica. Si avvicina molto di più al target, innanzitutto, e, senza farsi inutili scrupoli, decide in base alla situazione che si viene man mano a creare come scaricare tutta l'arma addosso a chi si trova nel suo raggio d'azione. Un po' un "a chi coglio coglio". Penso che sia un atteggiamento più da guerra contro il mondo, diciamo così, che da personale regolamento di conti.
Buon lavoro a tutti!