20100906

1° giorno di scuola

Torna ciclicamente questo appuntamento, un tempo in una data unica per tutta la nostra splendida nazione. Il 1° ottobre quando ero piccolino piccolino e poi già a settembre. Ma il periodo, anche in tempi di federalismo scolastico, è sempre questo, un po' prima della fine dell'estate astronomica, un po' dopo l'inizio degli acquazzoni che ti beccano ancora disarmato, senza ombrello.
La mia mente, se penso al primo giorno di scuola, torna stranamente a quello del Liceo Scientifico dove, contro il parere di tutta la mia umanisticissima famiglia, volli ardentemente iscrivermi quando ero non ancora 13enne. Una bella battaglia vinta e forse anche per questo ne ricordo molto bene l'epilogo e cioè il giorno che presi reale possesso del mio banco accanto al mio migliore amico di allora.
La cosa che più di tutte mi colpì quel giorno fu l'andirivieni dei ragazzi più grandi nell'aula che era stata assegnata alla mia prima sezione D (non potrei mai dimenticare la sezione, denominatore comune di tutti e cinque quegli anni così importanti e belli allo stesso tempo). Durante tutta la prima giornata fu quasi incessante l'affacciarsi di certi "omoni", alcuni addirittura barbuti, mentre di ragazze che si affacciavano ne ricordo poche e tra l'altro non mi sembravano affatto "donnone", e questo sia prima dell'inizio delle lezioni, sia nelle pause tra le varie ore. Ma che volevano? Chi cercavano? Non capivo il senso di certe loro domande piazzate lì tra una risata e l'altra, ma capii poi presto l'obiettivo di quel voler offrire e cercare simpatia a tutti i costi.
Strano per me non aver saputo attingere poi, in occasioni analoghe, a quel mio patrimonio di ricordi. Ogni volta che sei all'inizio di qualcosa c'è qualcuno che sta lì da prima di te, e ti fa domande strane. Diventare subito amico di chi la sa già abbastanza lunga rispetto ad un certo ambiente può sembrare un vantaggio, all'inizio. Ma non lo è. Mai.