20100810

AmaCassaBa

Ed ecco a noi il grande trio della nuova Italia targata Prandelli: Amauri, che paga le tasse in Italia da 10 anni (dice), Cassano, che ho scoperto essere nato all'estero e come tale non essere degno di rappresentarci (dice la simpaticissima Lega) e Balotelli, che secondo me è il più bravo di tutti (e sorvoliamo sui commenti della sempre simpaticissima Lega). Stasera, in diretta da Londra, alle ore 20 e 45 su RaiUno, lo vedremo all'opera contro la Costa d'Avorio, in amichevole. E speriamo bene. Ma volevo spendere due parole su Prandelli e vado accapo.
Lo ricordo come calciatore, niente di che. Lo ricordo giovane allenatore, bravo. Lo ricordo, è storia recente, a Firenze, amato dai tifosi che però, almeno i meglio informati, ritengono che già da tempo fosse d'accordo con la Federazione per andarsene a sostituire Lippi (e quale che fosse stato l'esito dei Mondiali per l'Italia) e forse attribuiscono anche a questo qualche calo di tensione di troppo nell'ultima stagione della Fiorentina. Ma ho saltato un passaggio. Lo ricordo anche appena arrivato a Roma, quando era un emergente con il primo contratto realmente interessante dal punto di vista economico, quando si dimise per stare accanto alla moglie gravemente ammalata, scusandosi per non poter portare avanti l'incarico professionale poco prima assunto e conseguentemente rinunciando ai relativi compensi senza alcuna garanzia sul suo futuro lavorativo, preoccupato com'era soltanto di quello suo familiare. Un signore. Un esempio. E ora vai con l'AmaCassaBa!