20100430

La scelta di un clan-destino


Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, o anche che sai forse.
E' da quando siamo piccoli che ci rendiamo conto, se solo ci fermiamo un attimo a pensare, di sceglierci il nostro destino innanzitutto partendo dalle frequentazioni che ci creiamo, dallo svilupparsi delle relazioni interpersonali che ci riguardano, che altro non sono se non quello che diventano le frequentazioni quando crescono. E ciò appare chiaro anche a chi ci osserva da lontano, o solo da un tempo diverso, dopo esserci passato. Ogni genitore cerca di capire un figlio anche dagli amici che frequenta, che sono poi quelli con cui si condividono le passioni, le emozioni. I piccoli clan che creano un destino che ci scegliamo, da piccoli, ma non solo.
La mia scelta non è più quella di un clan-destino, io sono un clandestino. Si vede dalla faccia, mentre fotografo tracce di mezzi non autorizzati al transito in cantieri incautamente affidati.

2 commenti:

Sogno ha detto...

Spesso i genitori sbagliano a giudicare i figli dagli amici che frequentano. Io ero in una comunità cristiana e mia mamma pensava fossi finita con una setta satanica :)
Clandestini sono ormai tutti quelli che cercano di vivere fuori dai binari già tracciati di questo mondo e continuano a praticare la legalità.

sblogged ha detto...

I genitori sbagliano in ogni caso, poi c'è chi sbaglia un po' di più e chi di meno, ma tutti i giorni conto i miei errori e sono sempre troppi. Rispetto poi al tema amicizie dei figli credo che soprattutto nell'età in cui i ragazzi cominciano ad uscire da soli un po' di ansia c'è, c'è poco da fare. Si spera non si facciano trascinare in cose che non desiderano sperimentare, più che altro. Quello sì. E vengo al caso di alcuni gruppi, anche solo di crescita spirituale, che nel loro "isolarsi" dal resto del contesto sociale fanno temere a chi sta all'esterno che ci sia un capo carismatico, o un ristretto gruppo al potere, che possa fare da eccessivo trascinatore anche se a fin di bene, ma facendo spingere in territori inesplorati chi magari non era ancora pronto a una certa prova. Poi è chiaro che da una regolare comunità cristiana e una setta ce ne corre, e i segnali che la tua attenta madre avrebbe visto man mano in te non sarebbero stati equivocabili, credo. Ma posso comprendere la preoccupazione perché anche una ventina d'anni fa se ne sentivano che se ne sentivano... Va be', passiamo al resto, che mi sto dilungando troppo per il fatto che sto nel mio spazio e non sento time out che incombono. E' un periodo in cui mi sento una grande forza interiore dentro che sta crescendo ancora e, dopo tanto tempo, non ho bisogno, ma neanche più voglia ormai, di seguire per forza linee di condotta convenzionalmente ritenute corrette, quelli che tu chiami binari, che qualcuno ha stabilito prima di me, o diciamo posato a terra se vogliamo continuare la metafora della ferrovia. Sto rompendo degli schemi man mano, ma non perché non ami le schematizzazioni, anzi, ma perché le linee dei vecchi schemi che sto abbandonando li sento sempre più come sbarre di una prigione, difficile dire. E' chiaro che tutta la mia vita resta ispirata al rispetto totale di alcune regole fondamentali. I 10 Comandamenti, in primo luogo, e poi i vari Codici per tutte quelle parti non riconducibili facilmente ai primi. Spesso, per la passione che metto in tutte le vicende in cui mi faccio coinvolgere, mi vado a rileggere con calma tutte le norme che trattano un certo tema per essere certissimo di non rischiare di oltrepassare MAI alcun limite imposto dalla Legge. Ciao!