20100415

La rivoluzione di Cartesio

Il "cogito, ergo sum" - penso, dunque sono - capovolge il modo di fare filosofia che, in epoca pre-cartesiana, poneva il cognosco sotto l'esse, e mi appare evidente come il conoscere sia una sorta di sottoposto del pensare, che viceversa per Cartesio non ha bisogno di un essere da conoscere, ma è essere in sé.
In effetti un ribaltamento alquanto ardito, ma rischiosissimo. Che non condivido.

4 commenti:

Sogno ha detto...

Sono d'accordo. Le piante non pensano ma sono ugualmente. A quando La Gazzella del Mezzogiorno? :) Ciao!

sblogged ha detto...

L'altra sera si sarebbe arrabbiato molto anche con te, quindi. E' andato su tutte le furie quando si è dubitato del suo cogito considerato come primordiale, messo proprio al posto dell'esse di Tommaso d'Aquino. La teoria dell'Ens subsistens indispensabile per sostenere ogni parte del creato con ogni suo ens non subsistens, tra cui l'uomo, che può anche pensare ma che non si autosostiene pensando, anche secondo me. La rivoluzione di Cartesio ha portato nel tempo alla convinzione, che in tanti oggi sentono legittimamente di fare propria, che tutto ciò che sentiamo dentro si formi come se fosse un prodotto della nostra coscienza. E ciò è evidentemente rischiosissimo per chi non si è ancora formato una sua struttura di pensiero, magari proprio studiando con molto senso critico (come Cartesio sognava che facessimo tutti un giorno, perché a lui era stato negato). Mi sa che il post che ti dovevo, a questo punto, è pure superfluo. Si capisce probabilmente bene già da questo semplice commento perché, secondo me, non si può credere all'Ateismo.

Sogno ha detto...

L'uomo può anche pensare ma non si autosostiene pensando. Assolutamente. Se pensi anche alle filosofie orientali, esse affermano che il punto di partenza è il chi, il respiro della natura, l'energia vitale che scorre nel mondo, anche in noi. Essa risponde a precise leggi esprimibili nel concetto di Li, l'ordine naturale, che gli esseri umani non possono afferrare pienamente, ma sanno bene come sia perfettamente proporzionato e rispondente a principi matematici. E tutta quest'armonia non può essere frutto del caso.
Tutto ciò che sentiamo dentro non è frutto della sola coscienza, non è frutto della sola connessione neuronale, è la manifestazione di quel chi che è parte di un chi universale. O se vogliamo dirla all'occidentale, secondo il cristianesimo, è quell'amore parte di un Amore più grande.

sblogged ha detto...

Il fatto che siano identiche le "suggestioni" di persone molto diverse nel loro per altri aspetti unico vivere, per età, per continente di nascita, per cultura, per esperienze maturate, o anche solo subite. Il fatto che i progressi effettuati dall'uomo in ogni settore, a velocità evidentemente sempre crescente negli ultimi millenni, non abbiano potuto mai mettere a tacere quell'eco che sentiamo dentro e che si vorrebbe far passare solo come un effetto secondario di un'attività cerebrale solo leggermente più sviluppata rispetto a quella di altri mammiferi, tutto questo, non può far altro che convincere, chi pensa come Cartesio ha insegnato a fare, che i conti non tornano. Il bilancio delle 3+1 dimensioni di questo Universo non si chiude su sé stesso, non pareggia entrate ed uscite, e quello che manca, alla fine, è il quantitativo energetico a monte del Big Bang. Quantomeno è quindi dimostrato che vi sono altri universi, da poter teorizzare "viventi" con le stesse 3+1 nostre dimensioni. E' poi facile intuire la presenza di altre dimensioni. A me, ma non a tutti, viene poi facile credere la spiegazione di tutto risieda nel Dio Amore che è Padre, Figlio e Spirito Santo.