20100326

Sotto mentite spoglie

E' frequente credere che le "mentite spoglie" servano esclusivamente ad ascoltare meglio, o addirittura a carpire quello che altrimenti resterebbe inevitabilmente celato. Da cui l'innata e giustificatissima diffidenza verso chi dà l'idea di muoversi in panni che oggettivamente non sembrano i suoi o verso chi appare contraddittorio negli atteggiamenti come nelle esternazioni. Tutto vero.
Ma non posso non ricordare in proposito la frase attribuita ad Oscar Wilde che mi sembra davvero illuminante. Dovrebbe essere all'incirca "Fate indossare una maschera a qualunque bugiardo e vedrete che finalmente sarà sincero". No, la frase non è così, fa troppo pena come l'ho scritta e Oscar stasera a cena non me la perdonerebbe... Va be', comunque il senso è più o meno quello. Le "mentite spoglie" servono più per parlare che per ascoltare, più per donare che per carpire. Resta la innata e giustificatissima diffidenza di cui sopra, da utilizzare sempre in regime di autotutela.
- Autotutela? Ma va', va', parla come magni!
Passo e chiudo, che è meglio.

4 commenti:

Sogno ha detto...

Senza dubbio celarsi dietro una maschera, quale può essere anche quella di un nick, permette di esprimersi con più spontaneità, senza la paura del giudizio di chi da sempre ti conosce o pensa di conoscerti. In questo senso è corretta l'affermazione che le "mentite spoglie" servono più per parlare e per donare. Però la domanda è: perchè mai abbiamo bisogno di una maschera per essere sinceri fino in fondo?

sblogged ha detto...

Potrebbe essere la paura di ferire, a volte, o quella di perdere ciò che faticosamente abbiamo ottenuto con tanto sacrificio, non so. Si dice, per esempio, che gli amici veri sanno tacere, a volte. Magari lo chiedo stasera a Oscar! Di sicuro lui non pensava ai nick, che andrebbero cambiati comunque almeno una volta l'anno se si volesse realmente da loro l'effetto maschera. Mi è capitato spesso infatti, leggendo da cima a fondo blog con un numero notevolissimo di post, che all'inizio si nota nell'autore molta più spontaneità che dopo. Man mano si creano le stesse dinamiche che possono riscontrarsi ovunque e un certo nick non è più una maschera molto efficiente per l'utilizzatore, che, come dicevo, comincia a temere di ferire altre persone, a volte, o a farsi i suoi calcoli di quale può essere la sua perdita nell'eventualità che decida di esporsi in un certo ambito esprimendo la propria opinione in una vicenda con totale sincerità. A quel punto nascerebbe l'esigenza di un altro nick, e così via. Un'ultima cosa perché, multitaskemente, mentre scrivevo, mi è nel frattempo venuta in mente: la maschera migliore può tornare ad essere il proprio nome di Battesimo, dopo i molti giri che ci facciamo sotto mentite spoglie, assimilabili a parentesi tonde, quadre, graffe, che si aprono per capire cose nuove e poi, alla fine, si chiudono. Penso al cognome del genitore che ci siamo scelti dall'alto, ai titoli che ci dobbiamo costruire per lavorare, penso ai cognomi acquisiti dalle nostre nonne con i loro bei matrimoni sereni, penso al numero di una cartella clinica nell'ultimo ricovero. In fondo potrebbe essere quella del nome di Battesimo potrebbe essere la maschera che ci siamo scelti da subito per girare in questo sistema solare per affrontare le nostre prove più importanti. Sii sempre fiera della tua spontaneità!

Sogno ha detto...

Gli amici veri a volte devono tacere per evitare la sofferenza ... si. A volte devono anche pensare prima di rispondere. Sempre per evitare di urtare la suscettibilità dell'altro. Questo vale nel virtuale come nel reale. Però non è una maschera, è un atteggiamento, è un vestito di amore e compassione (non inteso come pena, ma come capire il dolore degli altri). La mia spontaneità mi ha procurato più di qualche guaio nella vita :) ma va bene così.

sblogged ha detto...

Va bene così.