20090826

Verità vera

E' abbastanza diffusa l'opinione che ciascuno di noi abbia una "propria" verità, quasi inevitabilmente diversa da quella di altre persone (magari anche molto vicine) o addirittura contrastante con la verità di una controparte (nelle vicende che hanno reso evidente a tutti, almeno questo, l'esistenza di una controparte).
Questa cosa dovrebbe creare nella persona saggia un qualche dubbio sul fatto che la sua propria visione rispetto ad una vicenda complessa o semplicemente al comportamento di un singolo sia quella giusta, quella vera appunto. Come risolvere il problema? Semplice! Basta essere certi che il tempo sia la quarta dimensione nello spazio-tempo di questo piccolo universo in cui siamo capitati in questa breve fase terrena della nostra esistenza.
La stessa persona, saggia, dovrebbe riuscire ad appuntarsi (o solo a ricordare, se ha una testa all'altezza) la sua opinione rispetto alla vicenda o al singolo di cui sopra nei vari istanti t (in un arco di tempo T sufficientemente lungo) in cui le è stata possibile un'osservazione serena dei fatti. E' chiaro che il numero di istanti t e l'ampiezza dell'arco di tempo T necessari variano al variare delle verità che si ricercano. Un conto è farsi un'idea su Bossi appuntandosi le sue esternazioni estive da 20 anni a questa parte (bastavano anche un paio di stagioni per capire la verità), mentre molto più complicato sarà essere certi di avere la verità vera sulle tesi rivoluzionarie di uno scienziato che si occupa di relatività e che risulta mediamente più riservato del Senatùr. In questo secondo caso occorrerà integrare, in senso matematico, le singole proprie opinioni nei vari istanti t del tempo T (dopo aver reso possibili delle misurazioni dei singoli aspetti che compongono l'opinione) e ragionare sugli integrali ottenuti. Solo allora si sarà abbastanza sicuri che la propria opinione è prossima alla verità vera, avendone fortemente irrobustito i fondamenti.