20090407

Approcci al problema

Ogni accaduto si può misurare in due modi: contabilizzando il risultato o analizzando cosa l'ha prodotto. In genere è più semplice, e comodo, il primo metodo. Sembra un metodo meno filosofico e più pragmatico. Sembra quello che usa l'ottimista, che sta già cercando i fondi per ripartire, per ricostruire, diciamo pure per dimenticare. Il secondo metodo, viceversa, è molto più corretto sul piano teorico e la teoria, se ben capita ed applicata, consente di evitare di commettere gli stessi errori. Quando lo scopo è anche quello di comprendere eventuali effetti su scenari possibili di determinate azioni, diventa determinante introdurre parametri che condizionano la risposta ad una certa sollecitazione. E si scopre, con l'applicazione anche solo teorica del secondo metodo, che la stessa causa può produrre effetti completamente diversi se c'è in mezzo una diversa vulnerabilità. Non sempre, anzi quasi mai, quindi i nessi causa-effetto sono qualcosa di predeterminato. In quel piccolo trattino che c'è in mezzo alle due parole ci può essere di tutto e comunque c'è sempre quel qualcosa che fa la differenza nei comportamenti, delle persone come delle strutture.
Quando uno ruba dovrebbe essere consapevole di essere potenzialmente un omicida. Quando uno dice, o firma, cose false idem. E quando si hanno come unici obiettivi della propria esistenza l'arricchimento materiale e il godimento momentaneo è statisticamente più frequente che si rubi o che si dicano balle.