20090323

Vino bianco

A scuola di mio figlio hanno avuto un'idea davvero speciale la scorsa settimana. Hanno organizzato, in pochi giorni, una passeggiata istruttiva a Città della Scienza, qui a Bagnoli, per un percorso sull'educazione all'alimentazione rivolto a bambini di 4 e 5 anni. E fin qui, direi, niente di sconvolgente. Ma qual è stata la novità? I bambini, che avevano manifestato più volte alle insegnanti questo loro desiderio, potevano (anzi dovevano) essere accompagnati dai padri, che avrebbero così goduto dei meritati "festeggiamenti" tradizionalmente dedicati ai papà seppur con 2 giorni di ritardo, di sabato, nel giorno dell'inizio della primavera (sono state così evitate, per i più, le classiche scuse legate al lavoro come alibi per sentirsi assenti giustificati).
Potevo io mancare? Domanda retorica, ovvio. E così mi sono ritrovato in questo bel pullman pieno di padri e figli. Le uniche donne erano le maestre (molto intimidite nel loro fare da cotanta popolazione maschile adulta) e le piccole amichette di mio figlio. Ah, nel nostro pullman c'era anche la Direttrice, lei meno intimidita, a dire il vero. Ci sono stati momenti del percorso in cui era previsto "l'allontanamento" dei padri dalla lezione itinerante (davamo troppo fastidio) e quindi mi sono ritrovato a parlare con alcuni signori che non conoscevo, aspettando i "ricongiungimenti" con i nostri bimbi, l'ultimo dei quali nell'area food di Città della Scienza, dove poi era prevista una sosta ristoratrice anche per i piccoli.
Eravamo lì già da un po' e ne ho sentite davvero di tutti i colori. Noi uomini siamo proprio assurdi. E non conta l'età, perché c'erano padri dai 30 ai 50. Tutti molto simili tra noi, e molto simili alle definizioni di noi che ho spesso letto in blog che si divertono a prenderci in giro. Nonostante qualche tentativo nei momenti di silenzio, impossibile parlare dei figli (come avrebbero fatto le madri, sicuramente). Solo racconti di trasferte di lavoro, di alberghi in posti remoti del mondo, di auto noleggiate, di personaggi importanti incontrati più o meno per caso. La quotidianità, viceversa, celata, tenuta in disparte. Le mogli manco nominate (sono certo che invece le donne sono capaci di dire "mio marito" ogni 8 parole). Il culo dell'unica cameriera del bar come potentissimo intercalare visivo.
Invece del classico caffè ho bevuto vino bianco, vari bicchieri, su tutto il visto e sentito. E poi a casa, finalmente a casa.

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