Trip e Trap

Trip era il fratello buono di Trap, che era il cattivo.
Trip, come diceva già il nome, voleva solo viaggiare, evadere ogni tanto dalla routine del suo ufficio, sognare, sì, forse voleva solo sognare. Come quando la sera era stanco e andava a dormire presto per sognare tanto. Lui faceva solo bei sogni, tanto. E sognava spesso il padre, che gli mancava tanto, e così lo sentiva di nuovo accanto. E la mattina era un po' più felice, quando era in ufficio.
Trap, come il nome poteva già far immaginare, voleva chiudersi, intrappolarsi, rifiutare la realtà circostante. Un giorno si era perso in un bosco e stava facendosi buio. E nella foga di ritrovare i segni arancione su tronchi sempre più scuri era finito in una buca, in una trappola. Non si era accorto di essere seguito da alcune figure che poi, in piena notte, dopo la sua caduta, dall'alto lo guardavano e parlottavano. Come se stessero decidendo cosa farsene di lui. Non sapevano però quanto Trap fosse cattivo.
Trap chiamò Trip come solo lui sapeva fare e Trip arrivò. Arrivò deviando da uno dei suoi sogni più belli, ma fu felice di dare una mano a Trap. Arrivò sul ramo di un albero del bosco, con un piccolo barattolo in mano, che lanciò subito nella buca. Trap lo aprì e fu la luce. Fu di nuovo giorno improvvisamente e quegli uomini e quelle donne sparirono all'istante, così come erano comparsi. Trap, che era il cattivo, li aveva fatti fuori con l'arma della luce. Trip da solo non ce l'avrebbe mai fatta, perché era troppo buono.
Da quel giorno Trip e Trap furono felici. Davvero. Trip non volle neanche più viaggiare, tra l'altro, e Trap decise che da allora in poi sarebbe stato la sua guardia del corpo. Stava lì fuori, davanti al suo ufficio, pronto ad intervenire, se necessario. E andava bene così, per entrambi.