20080826

Di domenica mattina

Alla fine di agosto manca poco ormai. E le domeniche con le città vuote, con poca gente per le strade, con le giostrine chiuse (this is a problem!), stanno per terminare. Esco verso le 7, massimo 7 e 30, vado con calma in giro, mi bevo un caffè e posso anche allungarmi a risistemare i canarini.
La femminuccia la vedo un attimino stanca. Forse sente di più la mancanza della padrona di casa, delle foglie di lattuga belle fresche che le arrivano ogni tanto, dei pezzetti di mela volutamente lasciati nel piatto a pranzo. In questo periodo si deve un po' accontentare, ma mi ringrazia comunque dell'acqua fresca avvicinandosi e beccandomi delicatamente le dita. Che dolce.
Il maschietto è più orgoglioso. Non ammetterà mai che mia madre gli manca. Sta lì, altezzoso, con le sue piume arancione scuro, aspettando una visita per dimostrare quanto forte sa cantare. Secondo me a lui va bene tutto per quanto riguarda il cibo e si fa una bella mangiata al volo quando vede il pieno di semini. Il suo grazie è uno sguardo regalato girando di scatto la testa e restando così fino al mio chiudere il balcone della cucina.
Torno giù. Me ne vado ancora un po' in giro e vedo queste donne dell'Est che aspettano un mezzo per andare in centro già di mattina presto. La domenica è il loro giorno di riposo e vogliono goderselo tutto. Non sanno che un 24 agosto potrebbero dover aspettare quel pullman pure un'ora al sole. O forse lo sanno, chissà, ma se ne fregano. Meglio lì che nell'angusto appartamento dove trascorrono da recluse intere settimane per qualche centinaio di euro al mese. Penso che di domenica mattina, col potente bolide che ho a disposizione in questo periodo, ci metterei 10 minuti ad accompagnarne 3 o 4 in centro e sarebbero tutte contente di prendersi la panchina più comoda che c'è nei giardinetti dove chiacchierano di solito per ore, in lingue incomprensibili, di tutte le loro cose. Ma poi penso. Giovane (si fa per dire) ingegnere con 4 Ucraine a bordo fermato dalla Polizia a Posillipo per eccesso di velocità. Un titolo così sul Mattino, sinceramente, farebbe pensare a troppe cose (tutte false, ovvio, ma il pensare cose false può produrre danni veri, come si sa).
Meglio tornare a casa coi cornetti. Che è ora, belli!