20080829

4,16 - 4,21 - 4,26 ... 4,51

Innanzitutto la fatidica frase sull'accettazione dell'incarico di candidato democratico alle elezioni di novembre, seguita dalla ovvia standing ovation dei 90mila di Denver. Poi si parte. Ogni 5 primi, salvo qualche lieve errorino dovuto al prolungarsi dei numerosi applausi (quelli non li conto mai perché già lo fanno in tanti), un nuovo tema. Tutti sfiorati, come si fa in questi casi, con parole studiate. Dall'analisi della attuale crisi economica che, cosa finora mai accaduta, ha colpito in modo violento anche la middle class americana fino al diritto per i gay di andare a visitare il proprio compagno in ospedale. Dalla promessa di dare a tutti gli Americani la stessa assistenza sanitaria che hanno oggi i politici di professione a Washington (mi è sembrata fortina come promessa) fino al richiamo al celebre discorso di 45 anni fa di Martin Luther King. Vari gli attacchi a Bush e i richiami familiari, al passato (a partire dalla nonna) e al futuro (con l'inquadratura in primo piano per le figlie). Finale con fuochi d'artificio che illuminano il tempio del football in Colorado.
Tutto come previsto, del resto.

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