20080703

Scala C

"Nonno, che cos'è il destino?"
Già, che cos'è il destino? Chissà per quanti anni l'ex maresciallo dei carabinieri Pietro Binda ha rinunciato a porsi questa domanda, la stessa che ora il nipote gli fa a bruciapelo. E così la memoria corre a un episodio di tanti anni prima: l'omicidio di un poveraccio, uno "che non ci stava più con la testa", al Giambellino, nelle case popolari di un quartiere pieno di problemi e delinquenza. Le indagini sull'omicidio erano complicate dalla difficoltà di trovare collaborazione tra gli inquilini delle palazzine di via Lorenteggio. E poi c'era la difficoltà di lavorare in una città difficile: "Milano aveva una media di due morti ammazzati ogni tre giorni: c'erano i regolamenti di conti tra le grandi bande che Francesco Turatello aveva cercato di unificare, e c'erano i terroristi che sparavano, per uccidere o per gambizzare. C'era da correre mattina, pomeriggio e notte dietro le scie di sangue lasciate sull'asfalto, negli androni, nelle carceri, negli ospedali, nelle scuole, nelle bische, nei night...".
Con Scala C Piero Colaprico ci porta nelle atmosfere nebbiose di un poliziesco italiano, in una Milano di delinquenti, osterie e latterie: una città ormai scomparsa e che vive solo nei ricordi dei protagonisti di quei giorni.