20080709

Oltre l'amore

E' bello tornare nella casa dove sono cresciuto. Non capita spessissimo e, come è logico che sia, non ci torno più da solo. So quanto mia madre ami vedere i miei figli e sarebbe assurdo non approfittare dell'occasione per portarglieli per un po'. Se ne vanno in quello che sarebbe ancora il mio studio e che mai sposterò da lì. Vanno a giocare, a dei giochi che neanche conosco. Mi sa che lei fa finta di essere una volta un personaggio, un'altra volta un altro. E li sento ridere. E' quando i giovani esagerano che ricompaio alla loro vista, come se fossi il carabiniere che arriva un po' prima del disastro (a volte anche un po' dopo).
Ad un certo punto, dopo aver ipnotizzato i nipotini (e chi lo sa con quali tecniche) con un foglio da colorare o un cartoncino da ritagliare, arriva in cucina e mi fa il caffè. Poi mi dice delle cose. Ed io le dico delle cose. Ci interrompe in genere il rumore di una improvvisata, ma già prevista, gara di corsa nel corridoio, di quelli lunghi lunghi che c'erano un tempo nelle case. E' di nuovo sequestrata, ed io leggo il televideo, e lo confronto col mediavideo, sapendo che di lì a poco si andrà via.
Arriva lo squillo. Devo scendere, che ci vogliono 10 minuti per staccare i pargoli dalla nonnina, poi altri 20 per essere dove devo. Mia madre ci accompagna fino all'ingresso, di quelli con lo specchio grande grande come c'erano un tempo nelle case, e ci saluta. Per tanti anni io e lei non ci siamo neanche sfiorati, salvo, come da protocollo, in quelle occasioni tipo compleanno o Natale. E' da un po' che notavo che mi si avvicinava di più del solito. All'inizio non capivo. Poi ho capito ed ora sono io a fare il primo passo. L'ultimo bacio è per me.