20080603

Approccio gerarchico

Normalmente nella conoscenza si procede in un crescendo di generalizzazione a partire da un caso particolare, da cui si riesce a ricavare una legge particolare, e provando a giungere ad una teorizzazione la più ampia possibile.
Esempio. Tutta la Fisica applicata al campo gravitazionale terrestre dà per scontato che la forza peso sia applicata nel baricentro di ogni corpo esistente sulla Terra e rivolta verso il suo centro, con un valore pressoché costante dell'accelerazione di gravità esistente. Capito bene il caso terrestre, si può calcolare cosa accadrebbe ad un corpo se lo spostassimo sulla Luna (con accelerazione di gravità molto più bassa) o su Giove (accelerazione maggiore), ma sempre di applicazioni pratiche di una legge più generale si tratterebbe. Conviene allora imparare la legge di gravitazione universale di Newton ed applicarla caso per caso, ma questo lo si capisce dopo, perché prima era opportuno che l'approccio fosse osservativo-descrittivo di quello che accade sulla Terra, proprio per giungere preparati alla generalizzazione.
Continua l'esempio. Supponiamo che, sempre nell'ambito della Fisica, si voglia ragionare su altri tipi di campi di forze, non necessariamente di tipo gravitazionale, ma, per esempio, di tipo elettrico. Si partirà, come al solito, osservando e descrivendo un campo elettrico semplice e si proverà poi a generalizzare. Saltando qualche passaggio, si può dire che, già osservando solo formalmente la legge di Coulomb, le analogie possibili con quella di Newton (di un secolo più "vecchia") sono così evidenti che si può facilmente immaginare un passo unificatore ulteriore, una legge che, in un'unica formulazione, comprenda ogni tipo di campo di forze, gravitazionali o elettriche che siano, e consenta di calcolare spostamenti, accelerazioni, velocità dei corpi coinvolti in campi di forze qualunque con un unico approccio, in un percorso di tipo gerarchico.
Se ho tempo, qualche volta parlo della relatività ristretta e di quella generale, secondo Einstein, oppure del confine, molto labile, tra Fisica e Chimica che si può osservare facilmente quando si decide di occuparsi di struttura atomica della materia. Secondo me la Fisica e la Chimica sono come 2 belle figlie di una grande madre, di cui non si conosce il nome, ma è evidente che sta lì in attesa di qualcuno che la vada a trovare. Ed io subisco molto il fascino materno, si sa.

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