20080530

Universo

"...Quest'anno il Nobel della Fisica è stato assegnato a due Americani, Smoot e Mather. Il motivo è che hanno misurato l'eco del Big Bang. Senza volersi addentrare nel metodo utilizzato (si dice così quando uno non ha proprio i requisiti di base per provare a fare una cosa), questi due fisici sono quelli che hanno "scattato" una foto al nostro universo che risale a molti miliardi di anni fa, quando il Big Bang si era verificato da soli 380mila anni. Secondo Hawking (astrofisico britannico di fama), la scoperta più importante del secolo, forse addirittura di tutti i tempi. Ed infatti è arrivato il Nobel.
A me veniva in mente un paragone, come al solito. Adesso sappiamo come era l'universo quando esisteva da pochissimo tempo. Possiamo guardare la sua foto come facciamo con quella di un neonato. A me fa tenerezza. E' come un uovo esploso per sovrappressione interna, nelle 3 dimensioni, circondato dal vuoto (di conoscenza), che si espande a dismisura e si deforma per effetto della gravità prodotta dai primi grumi di materia che cominciano ad addensarsi poco dopo l'esplosione. Non può finire qui. Non ci vuole molto a capirlo, o almeno ad intuirlo."

Parlavo del Nobel del 2006 e, da quello che mi risulta, a quasi 2 anni di distanza si sta procedendo molto bene nella ricerca grazie anche al contributo di fisici italiani, e mi fa molto piacere. Vorrei aggiungere, oggi, che nell'universo le stelle, i soli, sembrano tanto distanti tra loro, ma non lo sono affatto, se ci si pensa un attimo. La colpa dell'apparente isolamento è forse del vuoto che si può creare in mezzo, tra le fonti luminose, e, in alcuni brutti momenti, può anche sembrare che una stella si sia spenta quando invece si tratta solo di una temporanea eclissi dovuta al passaggio di uno strano corpo che assorbe luce e sa trasmettere solo ombra. Il segreto sta tutto nel saper aspettare e, una volta riconosciuta una stella, saperla apprezzare e non confonderla con chi sa splendere solo di luce riflessa.