20110303

Inversioni a U

Tendenzialmente corro e quindi mi capita spesso di trovarmi davanti al gruppone. E questo non è affatto detto che sia un vantaggio per il fatto che, stando davanti, è più facile sbagliare strada. Non ci sono infatti molte scie da poter seguire e i bivi si susseguono, uno dopo l'altro, uno dopo l'altro, sempre. Quando è evidente che la strada intrapresa, quasi sempre in discesa all'inizio, non è la "retta via" che si cerca, e questo diventa evidente solo dopo che alcune tortuosità sono emerse e la "selva oscura" comincia a nascondere il sole anche se è mezzogiorno, si aspetta uno slargo, una radura, e si può procedere abbastanza in sicurezza con una bella inversione a U.
I primi che si incrociano dopo aver invertito la rotta sono quelli, pure abbastanza veloci, che procedevano magari seguendo proprio la mia, di scia, e che non sembrano però troppo preoccupati né dalle tortuosità né dall'oscurità che incombe. Un tempo mi preoccupavo di avvisarli dell'errore che avevo commesso a quel maledetto bivio senza indicazioni e finiva che invece di ringraziarmi per l'avviso fornito, mi dovevo anche sorbire la lamentela, a voce più o meno alta, per aver involontariamente indotto in errore altre persone. Oggi diciamo che me ne fotto, giusto per capirci, e sfreccio in direzione contraria a quella appena percorsa senza "curarmi di alcuno", ma solo "guardando e passando" oltre. Torno al citato bivio e imbocco l'altra direzione, quasi sempre in salita all'inizio, che mi appare man mano più dritta e luminosa, anche se al meglio pianeggiante e quasi mai in discesa.
Fino al prossimo bivio.