20110209

IK2 (1724-1804)

L'uomo conosce "sensibilmente" solo in quanto viene modificato dalle cose esterne. Nelle sensazioni occorre distinguere una materia (una modificazione dell'organo di senso che ci attesta l'esistenza di una cosa responsabile della modificazione stessa) e una forma (una regola, uno schema ordinatore soggettivo della materia sensibile).
Se così è, e a me così pare che sia, le sensazioni non sono in grado di dirci la natura, l'essenza in sé delle cose: possono solo comunicarci come questa cosa appare nella sua relazione col soggetto. Quindi, dal punto di vista gnoseologico, bisogna distinguere il fenomeno (ciò che appare ai nostri sensi) dal noumeno (ciò che è oggetto di una nostra intellezione).
Sulla inevitabilità del noumeno preferisco direttamente solo riportare le parole originali di IK piuttosto che il loro commento: "L'intelletto, per il fatto stesso che pone dei fenomeni, pone anche l'esistenza delle cose in sé, e in tal senso si può dire che la rappresentazione di questi esseri, che stanno a fondamento dei fenomeni, non solo è sollecitata, ma è anche indispensabile".