20100803

Elba

Ho un ricordo molto preciso dell'Elba, dell'isola d'Elba. Estate 2003, 2 settimane a cavallo tra luglio e agosto, con Sant'Anna del Volterraio come base, ma poi tanti giri, in auto e in barca. Il ricordo è quello di un'aria sempre calda (fu il periodo in cui in Francia non so quanta gente letteralmente morì di caldo), resa spesso quasi irrespirabile anche per effetto dei continui incendi che colpirono l'isola in quei giorni. Di notte, poi, da un lato il mare, ma alle spalle, e per vari giorni, il colore arancione del cielo a far capire che dietro i rilievi c'era ancora l'indomito fuoco ad impegnare i tanti Vigili accorsi per evitare almeno danni alle persone.
Cosa poi assolutamente rara per me, unica se poi faccio riferimento ai soli periodi estivi, per un paio di giorni febbre a 40 e sogni-visioni a tutta forza. Indossavo perfino gli occhiali da sole a letto per il dolore fortissimo che mi provocava la luce e sudavo, sudavo. Una tortura, se ci penso. Poi le zone impervie dei giacimenti di ferro a cielo aperto (una volta scoperte ci tornai almeno 4-5 volte in 15 giorni come attratto da uno strano magnetismo, a fare foto, a toccare certe zolle caldissime di terreno) dove la strada, l'unica strada percorribile in auto, diveniva solo un tracciato in terra battuta con del brecciolino buttato sopra. E ancora il rosso a dominare nel paesaggio, il rosso dei versanti colorati da quei minerali un tempo credo molto preziosi per l'economia di quell'isola.
Il mio ricordo, in definitiva, si potrebbe sintetizzare in una specie di bagno nel Rosso, con puntatine nell'Infrarosso, con gli effetti collaterali conseguenti.