20100702

Strade extraumane

Mi piace molto guidare e lo faccio spesso, per fortuna senza costi eccessivi, anche in quei paesi strani molto fuori mano, dove evidentemente mi ci mandano quando comincio a dar fastidio a qualcuno che comanda, verrebbe da dire. Comunque è pur sempre più fine che invitarti ad andare a chiuderti in 2-3 metri quadri, ma ciascuno si qualifica per quel che dice e non per quel che gli viene detto. Va be', non divaghiamo. Torno a quando guido in posti sconosciuti e da un lato mi affascina farmi un'idea del posto girandoli senza chiedere nulla ad alcuno e dall'altro, inevitabilmente, finisco col cedere alla tentazione di parcheggiare in modo vistoso davanti a un bar e chiedere informazioni di dettaglio a chi mi capita davanti, e finire con l'incuriosire per il tipo di dettaglio che chiedo. E' un po' complicato da spiegare, ma finisce che sono le persone a cui chiedo che, sciogliendomi dubbi stradali, restano col dubbio di chi io sia e che cosa ci faccia davvero, già lì a quell'ora, di quale sia la mia "strada umana", partendo dall'indizio di una vocale pronunciata chiusa invece che aperta, o viceversa.
Poi ci sono i lunghi tratti di strade statali, provinciali, quelli dove mi piace orientarmi guardando l'orografia, oltre che il navigatore ogni tanto, dove talvolta mi coglie il dubbio atroce di aver di nuovo sbagliato tutto, se per caso comincia una salita dove mi attendevo la discesa finale. Lì non c'è nessun bar davanti al quale parcheggiare, non c'è nessuno che possa aiutarmi, e quindi anche nessuno che resta col dubbio della strada umana che sto percorrendo, salvo forse la signorina che mi dà imperterrita l'ordine di proseguire dritto. E basta.
Analogamente credo, ribaltando il punto di vista, che se può affascinarmi la strada umana con cui entro in contatto se qualcuno mi chiede strane indicazioni mentre sorseggio il mio caffè qui sotto, al mio tavolino preferito, resta preferibile per me un distacco nell'osservazione delle cose che voglio ancora capire di questo piccolo pianeta, dove temporaneamente ancora mi trovo. Si può capire tantissimo di chi siamo contando i petali di un bel fiore profumato, o ascoltando in silenzio il fruscìo delle foglie in un bosco, o guardando distesi a terra il cielo stellato da una spiaggia a mezzanotte. Percorrere così le infinite strade extraumane, per capire la mia modesta strada umana. Molto meglio che incrociare altre strade umane, finendo inevitabilmente in vicoli ciechi dove, alla fine, si può solo ingranare la retromarcia per ripartire davvero.

Nessun commento: