20100625

Vendesi wwzela tricolore mai usata

Erano comparse circa un anno fa, quando, su invito, alcune nazionali avevano accettato di giocare un breve torneo di calcio nel Paese che avrebbe poi ospitato i Mondiali nel 2010. Una sorta di prova generale che serviva al Sudafrica per testare i vari meccanismi organizzativi, in primis quelli legati alla sicurezza, ma anche ai vari team per scegliersi un albergo degno per il lungo (si sperava) soggiorno di quest'anno.
Nelle partite dell'Italia che ci guardammo all'inizio dell'estate scorsa rimanemmo infatti un po' tutti acusticamente ipnotizzati da un forte ronzio di sottofondo, che ci spiegarono essere causato da delle "simpaticissime" trombette che i tifosi del luogo usavano portarsi allo stadio per utilizzare quel paio d'ore di tempo buttato (furono partite davvero brutte) per allenarsi a superare prove spirometriche da record mondiale. Un rumore simile per continuità a quello delle finali di Coppa Intercontinentale che si tenevano a Tokio negli anni 80 e 90, ma molto peggiore.
Fatto sta che cominciarono le inquadrature di queste trombette, le polemiche sul proibirle allo stadio, le prese di posizione a difesa dei diritti del tifoso, e l'anno passò in fretta, come sempre.
Quindici giorni fa la sorpresa. Sulle bancarelle del mondo globalizzato compaiono migliaia di esemplari di wwzela, accanto alle bandierine, bandiere e bandierone e ai più classici meccanismi (ora definiti talvolta anche ecologici) di produzione di tradizionali suoni per accompagnare la tipica euforia da stadio che coglie ogni tifoso all'inizio del match e al momento del gol. E la wwzela sfonda anche a Napoli, in particolare in versione tricolore (ovviamente made in China). Come non acquistarla in attesa dell'esordio contro il Paraguay?
L'errore è stato promettere dal finestrino al venditore di wwzela (che voleva farmela provare in macchina mentre per comprarla stavo bloccando un incrocio a Secondigliano) che l'avrei suonata quando l'Italia sarebbe passata in vantaggio.
Sapete come è andata.