20100505

L'invito

Tornando a casa trovo nella buca della posta un invito molto particolare a me indirizzato, contenuto in una elegante busta, che mi costringe a ripartire subito. Il posto è lontano e il tempo è poco. Mi ritrovo così dopo un paio di giorni di viaggio a bussare all'indirizzo scritto sull'invito e viene ad aprirmi proprio lui, il padrone di casa, cosa assolutamente anomala visto il tipo di casa, che sarebbe più giusto definire un palazzo reale. Il suo aspetto è quello di una persona molto anziana, ma che sta bene. Mi saluta e insieme ci accomodiamo in una sala, in due poltrone vicine, in silenzio. Man mano arrivano tutti gli altri.
All'orario stabilito lui comincia a parlare. Non è contento di come stanno andando le cose nella sua attività, ma non trasmette nient'altro che calma. Non riesco a capire molto il senso di quello che dice, pur impegnandomi molto per non fare brutte figure nel caso in cui mi venga chiesto di intervenire. Per fortuna non accade e, mentre altri degli invitati fanno domande e lui risponde con cortesia a tutti, mi allunga un foglio bianco A4 e una penna. Io resto col foglio in mano, ma non so cosa devo scrivere. Vedo che altri invitati, venuti già preparati evidentemente, lasciano sul tavolino chi un biglietto, chi un foglio colorato, e allora anche io appoggio il mio foglio sul tavolino, senza però aver scritto nulla.
Mi sveglio e capisco che avrei dovuto scrivere solo una parola. Grazie.

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