20100506

Crisi per risonanza di sistema

Ho osservato sempre con attenzione i crolli improvvisi, i black out, i default non preannunziati neanche dai più attenti analizzatori, pagati lautamente per fare questo lavoro così delicato. Credo, alla fine, che ci si abitui ad aspettarsi carichi magari notevolissimi, ma non ciclici, e che si sottovaluti quindi clamorosamente il sovrapporsi della frequenza con cui un certo carico arriva a sollecitare un certo sistema con la sua caratteristica capacità di oscillare, se sottoposto ad un carico.
L'esempio che mi viene più facile è quello solito che si fa parlando di risonanza, quello del ponte, ma anche perché ci sono delle immagini molto eloquenti (oggi anche in rete) di un crollo avvenuto tanti anni fa negli USA che ancora vengono riproposte a chi studia le strutture speciali, come capitò anche a me di fare. Sul ponte, è noto anche a chi ha fatto il militare (e non per forza i 3 anni a Cuneo di Totò), il plotone non marcia a passo scandito come si imparava in ogni CAR nei primi mesi da soldato, ma si marcia sciolti. Perché? Perché potrebbe verificarsi che la frequenza del passo, se comune, sia simile a quella caratteristica del ponte e il peso, normalmente trascurabile, di un plotone in marcia diventi un carico insopportabile per il ponte stesso. Il problema è che non è facile così, a occhio, calcolare la frequenza caratteristica di un ponte, e figuriamoci poi se si volesse estrapolare (come io ritengo che si possa fare) da questi ragionamenti anche la cura che bisogna avere nei comportamenti per evitare crolli improvvisi in sistemi ben più complessi di quello di un paio di banali travi appoggiate su un paio di piloni.
La cosa non si preannunzia semplice. E quindi mi piace.

5 commenti:

sblogged ha detto...

Ore 15 di ieri a NY, io a cena, ad Atene è stato appena approvato il piano che la UE ha preteso dalla Grecia per concedere il prestito di 110 miliardi di euro per uscire dalla crisi in cui versa il Paese. Tutti aspettiamo le reazioni di Wall Street. In pochi minuti il Dow Jones perde quasi 1000 punti, una cosa MAI vista prima. Perché? Perché un tizio che fa il trader ha venduto mille volte la quantità che Citigroup gli aveva detto di vendere, e il "sistema" ha interpretato male quella anomalia. In particolare i "sistemi informatici" hanno moltiplicato in modo incontrollato le vendite, a velocità non gestibili dagli uomini che analizzano i mercati. Un errore, solo un banale errore di digitazione che produce effetti devastanti in pochi minuti. E' il sistema che oscilla in modo pericoloso e se il "carico" di vendite va in fase con la sua oscillazione critica il crack è inevitabile. Ci vorrebbe uno "stop loss" più intelligente, più globale, forse più rigido, o forse meno. Alla SEC ci stanno pensando?

scalzasempre ha detto...

La mia amica mi dice sempre "niente paura, ci pensa la vita, è meglio così". Quando qualcuno che ti vuole bene ti dice delle cose, un po' ti fidi e poi ti affidi. Y

Sogno ha detto...

Ci stanno pensando? E ci stanno pensando al fatto che la situazione della Grecia non è poi molto diversa da quella di Italia, Spagna e Portogallo?
Credo che l'estrapolazione di cui parli sia stata già fatta al contrario: da tutti quelli che utilizzano le debolezze umane a loro esclusivo vantaggio. Ciao!

sblogged ha detto...

La tua amica ha di certo ragione e poi ti vuole bene. Fai bene a fidarti, affidarti, e pure confidarti, se ti viene di farlo naturalmente, che poi significa assecondando la vita. E il cerchio si chiude.

sblogged ha detto...

Alla SEC credo che ci stiano pensando, anche a quello che aggiungi tu, o diciamo che spero di sì, almeno. Rispetto alla interpretazione che colgo dal commento delle mie estrapolazioni, poi, so benissimo che le crisi delle persone, i black out che spingono anche a gesti gravissimi di cui la cronaca è piena, sono provocate anche da carichi emotivi ciclici che artatamente vengono applicati da chi specula. Come alla Borsa di NY, dove c'è chi festeggia quando ha venduto un attimo prima del crollo e poi ha ricomprato a prezzi bassissimi quello che già aveva. Le speculazioni andrebbero punite, sempre. E non ci si riesce quasi mai.