20090213

Il pirata

E chi se la scorda quella faccia? Gli occhi fissi sulla strada, la bocca semiaperta per far entrare più aria durante lo sforzo, ma allo stesso tempo composta e seria. Le orecchie che apparivano sporgenti, forse anche per l'assenza di capelli, ma che non davano affatto aria buffa a quel viso scavato, anzi. Attaccava in salita, quando il gruppone si sfaldava inesorabilmente, quando all'arrivo mancavano pochi chilometri, i più duri. Attaccava non modificando quasi mai l'impugnatura del manubrio, non sollevandosi sui pedali se non per brevissimi tratti. Eppure era il più veloce di tutti sulle rampe dei Pirenei come sullo Stelvio. Fino al traguardo, quando in vista dei fotografi, e come da contratto, si aggiustava la maglietta sul suo tronco fine e forte, sgualcita per una giornata intera in bici. Quando vinceva.
Io lo ricordo così, il pirata.

5 commenti:

SandalialSole ha detto...

:) bello. ci sono uomini che restano così, in qualche misura "dentro". Perchè in loro, non così invincibili, pieni di luce e ombre, grandi nella grandezza e nella fragilità, c'è la summa del nostro vivere. Amplificata.

sblogged ha detto...

Vero quel che dici. Sulla fragilità dei grandi, poi, credo che si amplifichi a dismisura proprio man mano che vincono e che la richiesta pressante di ulteriori successi in qualche modo finisce per spingerti sì sempre più in alto, ma in un angolo posto in alto, dove resti inevitabilmente solo. E lì è un attimo, poi.

Anonimo ha detto...

Una volta l'ho visto. O meglio, col piccolo abbiamo visto passare il giro d'Italia vicino a casa. Passato il gruppone in un attimo e tutto era finito, senza aver capito niente e chi era chi. E' un mito, lo era da vivo e ancora di più adesso. Rimangono in molti tifosi, come noi, l'amarezza e le molto domande, anzi dubbi, legati alla sua morte, poco chiara. E allora meglio ricordarlo come lo ricordi tu. ciao, buon week end

sblogged ha detto...

Li avrete visti sfrecciare in pianura, quindi, con quel ronzio forte che fanno tutte inieme le catene delle bici quando girano a tutta velocità, in gruppo. In salita è diverso, dopo 200 chilometri e più, dopo qualche acquazzone e un paio di forature. E' una bella metafora, in fondo. In salita, alla fine, siamo soli. Come lo era lui in quella stanza d'albergo 5 anni fa. Ciao a te.

Anonimo ha detto...

Sì, eravamo in pianura, sulla statale adriatica. ho lasciato commenti sparsi. riciao