20090212

Conoscenza, miglioramento

Credo che Socrate l'azzeccò proprio quando s'inventò la poi supercitata frase sul percorso della conoscenza, il "chi più sa, più sa di non sapere" a lui attribuito. Lo sperimentano gli spensierati bimbi quando si approcciano alla scrittura, i ragazzini che cominciano a maneggiare i coloratissimi sussidiari, i giovani al superiore, quando, come fu anche per me, scoprono Socrate (ai miei tempi c'era un mio più amico che compagno che si ostinava a chiamarlo Socrates, come il calciatore brasiliano che all'epoca militava nella Fiorentina, e la faccia del prof non era proprio delle più entusiaste di questo originale grecismo).
Insomma tutti lo sappiamo: cominciamo ad interessarci di una materia nuova e scopriamo quanto siamo ignoranti. Ignoranti in materia, si usa dire, ma io dico ignoranti e basta, visto il numero di materie in cui lo siamo. Detto ciò, passo al seguito del mio ragionamento tradotto in post (maieutica applicata ai blog, la chiamerei oggi, ricordando sempre Socrate).
Cos'è il miglioramento? Se dovessi trovare una frase per definirlo ci sarebbe dentro di sicuro il verbo conoscere coniugato in qualche modo, o il sostantivo conoscenza o aggettivi complicatucci, tipici di quando uno non sa ben definire una cosa e lo deve per forza fare, tipo cognitivo, consapevolistico, or something like that. In realtà preferisco, come quasi sempre, soffermarmi sulla domanda e sulle bozze di risposta che mi vengono più spontanee. In questo caso, quindi, mi verrebbe da pensare che conoscenza e miglioramento siano parenti stretti. E se così è, e più sto scrivendo e più me ne sto convincendo, solo chi intraprende davvero la strada del miglioramento si rende conto di quanto ci sarebbe da migliorarsi.
Analogamente a chi non sa, purtroppo, leggere e non potrà quindi mai sentire il (seppur parziale) beneficio di una nuova conoscenza acquisita piano piano attraverso la lettura autonoma, chi non ha mai aperto il proprio libro interiore per metterci realmente mano non saprà mai quali orizzonti gli si possono aprire dentro. E' abbastanza evidente che col tempo si sta riducendo, per fortuna, il tasso di analfabetismo, ma sta incrementandosi in modo esponenziale (l'esponente non l'ho ancora calcolato) la percentuale di chi non si pone il problema del proprio miglioramento, se non quello economico e/o di prestanza fisica e/o di grado di abbronzatura, magari puntando al nuovo record mondiale di conquiste in spiaggia durante la prossima estate.
E quest'è!

3 commenti:

scalzasempre ha detto...

il problema è la superficialità. Prima si sapeva poco ma in maniera approfondita. Adesso abbiamo il surplus ma superficiale. Diciamo che, l'ampiezza della possibilità ci potrebbe rendere esempi di umanità. tuttavia il restringimento dell'utilitarismo (differente dall'utilità) ... solite cose. Le ometto perchè sono in fase digestiva :)

sblogged ha detto...

La surplusficialità? Grande problema, vero. E l'ampiezza ristretta è come il ricco molto tirchio. Che tristezza! Ma noi andiamo avanti lo stesso, dai. Ciao!

Anonimo ha detto...

Vorrei aggiungere una frase che di solito accompagna la firma delle mail di T, mi pare che tu la conosca già. ***Education is not the filling of a pail, but the lighting of a fire. W.B. Yeats*** La conoscenza porta al miglioramento, anche economico non sottovalutiamolo, ma soprattutto personale, dà gioia e il desiderio si autoalimenta. Non saprei descriverlo meglio, ma penso tu m'abbia capita. Io credo in un miglioramento continuo, senza fine. E la cosa mi piace, assai. ciao