20080715

Ripetizioni e contraddizioni

Osservo. Penso. Guardo. Penso. Parlando solo di me stesso, ma dopo un esame che ha richiesto inevitabilmente confronti con altre persone per riconoscere anche in me fatti che apparivano più evidenti in altri, mi sembra chiaro che il massimo rischio di contraddirsi si manifesti in quelle attività che chiamerei fortemente ripetitive.
Supponiamo che uno vada al lavoro ogni mattina seguendo sempre la stessa strada, usando gli stessi mezzi, incontrandosi "per caso" sempre con le stesse persone. Sembrerebbe un comportamento esente da contraddizioni e, invece, è proprio in quel comportamento che sarebbe possibile evidenziare molte incoerenze. Esempio. In genere scegli di non fare un certo tipo di sorpassi in quella strada un po' così, ma una mattina li fai senza fottertene di nessuno. Al bar sempre e solo caffè, ma un giorno tè e cornetto, e spiazzi pure il barista che aveva messo già la tazzina sotto la macchina con le leve, quella antica. Difficile scovare incongruenze in un viaggio che uno fa una volta nella vita e basta. Potrebbe sembrare strano un comportamento, potrebbe non essere in linea con quello che sembra lo stile di una persona, ma non si potrebbe parlare di contraddizioni vere e proprie.
Credo che quindi la tendenza all'abitudine, alla ripetitività di certe azioni, alla frequentazione sempre, o prevalentemente, delle stesse persone esponga inevitabilmente alla eventuale critica di incoerenza. Viceversa, pur dovendo quasi per forza muoversi in ambiti che costringono a certe ripetizioni, se si sceglie di cambiare spesso strada per andare al lavoro la mattina, se si cambia spesso il bar dove si fa colazione, se si varia il più possibile la frequentazione delle persone, è ovvio che si sembrerà meno incoerenti. Anche se lo si è di più.