20080616

La Vespa 125

A 16 anni il regalo fu l'iscrizione alla scuola guida per prendere il "patentino" e pochi mesi dopo, era il Natale dell'85, tornai a casa sulla mia bella Vespa 125. Serie PX arcobaleno E. Bianca. Seguirono anni di "vespismo" spinto, con passeggiate anche di centinaia di chilometri in un giorno, e questo anche dopo aver avuto accesso alle auto di famiglia. L'ultima passaggiata, insieme con quella che è oggi la madre dei miei figli, sarebbe stata a Sorrento, il 7 luglio del 1991. Fu bruscamente interrotta da un'auto, una Opel station wagon, che non rispettò un rosso ad un incrocio al centro di Napoli alle 15 e 35 di quella domenica, e seguirono varie settimane dolorosissime, in ospedale, e poi le terapie riabilitative e poi le cause in Tribunale, ovvio, perché le versioni di un incidente sono sempre un numero n variabile in base alle persone coinvolte ed agli Avvocati intervenuti via via negli anni, prima penalisti e poi civilisti, alla grande.
Passano quasi 16 anni, era l'estate scorsa, e quella Vespa ancora parcheggiata da quel 7 luglio in un box diventa il sogno di mio nipote, l'unico figlio di mia sorella, che se la fa aggiustare e rimettere a posto come regalo per i suoi 18 anni. Passano i mesi, arriva la patente e, in attesa dell'auto già ordinata, quella Vespa rivive giorni di lunghe passaggiate. L'ultima ieri, quando sul tardi mi arriva una telefonata di mia sorella dal Cardarelli. Dal gelo che ho sentito dentro è come se il mio cuore si fosse fermato. Poi capisco le cose più importanti e riparte. La storia si è ripetuta, questa volta con minor sfortuna. Tagli senza fratture, sutura e qualche esame nella notte per escludere emorragie interne. Tutto ok, in fondo, ma questa volta la Vespa la smonto pezzo pezzo. E poi vediamo.