20080516

Applicazioni algebriche

Non è necessario rispolverare l'antologia che usavo tanti anni fa, dove saprei ancora oggi trovare al primo colpo alcune poesie di Giacomo Leopardi, per ricordare il suo pensiero in merito alla felicità che determina l'attesa di un evento (come poteva essere appunto la domenica per la "donzelletta"), felicità che è quasi sempre di molto superiore a quella che si viene a determinare quando l'evento è poi realmente vissuto.
Pensavo a questo, stamattina, e pensavo a come l'avrei scritta io in forma algebrica questa cosa. La felicità come funzione del tempo, o meglio come funzione di un conto alla rovescia calcolato dopo aver puntato lo zero sull'evento felice atteso. Non è semplice, lo ammetto, ed evito i dettagli. Una cosa però la posso dire. Ho pensato a quello che succede se si moltiplica tutto per -1, se si mette un segno meno davanti a tutto, in pratica. Succede che se una persona conosce quando si verificherà un evento infelice che la riguarda, si dimostra che l'infelicità è maggiore nell'attesa dello stesso che nel reale momento negativo. Se si riesce a metabolizzare tutto prima che in realtà avvenga, il negativo della domenica, che potrebbe essere tante cose, sarà meno negativo in valore assoluto.